Confino intellettuale
Confino intellettuale
Non siamo mai arrivati a deciderci su ciò che è causa del Bene, ma in compenso finiamo per metterci regolarmente d’accordo su ciò che è considerato la causa del male. Succede – chi mai ne negherà l’evidenza? – che questa oggi si chiami: virus.
Invisibile nel campo delle rappresentazioni, se non per i guasti che provoca, infiltrato a vostra insaputa, padrone del gioco poiché comanda le condotte isolando ciascuno nell’intimità della propria singolarità, decide della vita e della morte a suo capriccio e senza che si sappia bene come addomesticarlo.
Conosco alcuni allucinati per avervi visto l’inattesa duplicazione dell’istanza c.d. fallica fin qui padrona, che la società dei consumi ha ora forcluso e di cui con questa bestiolina ha reso la presenza immediata e non più simbolica.
Gli stessi non consentono ad attribuirgli la capacità di saper leggere benché si sappia che il virus agisce perturbando la sintassi dell’RNA del proprio ospite che, fra gli altri sintomi, sarà preso da un balbettamento autoritario accelerato in grado di sfidare tutti i discorsi.
È impressionante vedere che i paesi che ne escono meglio sono quelli che hanno conservato il discorso del Padrone, unico tratto che li accomuna nella loro diversità. In compenso, non apparirà assurdo riservare agli altri il tipo di confino al quale li aveva votati la promozione dell’individualità. Si diffonde su internet una forma epidemica – la presa massiccia di milioni di persone nella trasmissione folgorante di fake news– attiva già prima del COVID.
Come vado ripetendo, guardiamoci da un’uscita celebrata dalla vittoria del generale.
Ch. M.
21 aprile 2020
Traduction en italien par Janja Jerkov