Ritorno dalla Russia
Ritorno dalla Russia
Non si tratta qui, come fece a suo tempo Gide con il regime sovietico, di denunciare il ritorno dello zarismo con Putin, ma di riferire un piccolo fatto privato, accadutomi durante il viaggio in Russia. Dovevamo con mia moglie condividere la tavola con una simpatica e onesta famiglia meridionale, in cui la coppia festeggiava con i due figli adolescenti i suoi 50 anni. La conversazione piacevole e animata trascinava gioiosamente mia moglie, loro coetanea, mentre era chiaro che il compito a me riservato era quello di guardare il piatto e starmene zitto. I miei tentativi di infilare qualche osservazione di peso per segnalare che c’ero anch’io fallivano o disturbavano, di modo che la mia compagnia è stata fondamentalmente quella delle polpette e del borstch, per di più nemmeno tanto buoni. Costretto a starmene muto come una tomba, nella quale per soprammercato mi ci ficcavano.
Da lì potevo tranquillamente meditare sulla sorte riservata oggi al sapere e all’autorità che la mia età, volente o nolente, rappresenta. La prosaicità della conversazione, la focalizzazione sul presente, la spontaneità dello scambio hanno fatto da ciliegina sulla torta. Ne sono stato dunque privato.
Non so più bene cosa questo aneddoto di viaggio mi faccia ricordare… Ma per fortuna gli psicanalisti non sono così, almeno lo credo, perché per Freud - è vero - i dolcetti sono stati piuttosto amari. Stando così le cose, e se mi date credito, vi segnalo che grazie ai soldi di Putin San-Pietroburgo è in assoluto diventata la più bella città del mondo e non vi raccomanderò mai abbastanza di andarci nelle condizioni che riterrete più idonee.
Ch. Melman
16 agosto 2019
Traduction en italien par Janja Jerkov